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IDILLIO, LEOPARDI E LA LUNA
DA GIACOMO LEOPARDI

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La figura che può dirsi, senza alcun dubbio, componente essenziale dell’immaginario leopardiano è la luna. La luna e, naturalmente, il paesaggio che la circonda.

Italo Calvino nelle sue Lezioni americane ci ricorda che Giacomo Leopardi a quindici anni scrive una storia dell'astronomia di straordinaria erudizione. La contemplazione del cielo notturno che ispirerà a Leopardi i suoi versi più belli non era solo un motivo lirico; quando parlava della luna Leopardi sapeva esattamente di cosa parlava.

La contemplazione del cielo stellato, degli spazi cosmici, il colloquio con la luna, sua muta e solinga interlocutrice, rappresentano un motivo che attraversa la sua opera. La luna, appena s'affaccia nei versi dei poeti, ha avuto sempre il potere di comunicare una sensazione di levità, di sospensione, di silenzioso e calmo incantesimo. Calvino in un primo momento avrebbe voluto dedicare la lezione sulla leggerezza tutta alla luna: seguire le apparizioni della luna nelle letterature d'ogni tempo e paese. Poi decide che la luna andava lasciata tutta a Leopardi. Perché il miracolo di Leopardi è stato di togliere al linguaggio ogni peso fino a farlo assomigliare alla luce lunare. Le numerose apparizioni della luna nelle sue poesie occupano pochi versi ma bastano a illuminare tutto il componimento di quella luce o a proiettarvi l'ombra della sua assenza.

Provate ad osservarla e ascoltarla non solo come parola, certo componente fondamentale della poesia, ma come un magico emblema, una figura mitica, un’interlocutrice simbolica. Come vetta più elevata della poesia che attraverso la sua potenza, si impone nella vita dell’uomo. Nostra e del Poeta. Un’immagine quella della luna, malinconica e dolce. E come dice Leopardi, la malinconia è dolce perché immerge l’anima in pensieri indefiniti, senza contorni. La luna è misteriosa, sconosciuta. L’anima si immagina quello che non vede e non conosce.

di e con Luigi Moretti
musiche in scena Mario Salvi
scena Guerrino Andreani
costumi Stefania Cempini
disegno luci Ettore Bianco
assistente alla regia Stella Addario
organizzazione Dario Giliberti
comunicazione Marilù Ursi
amministrazione Lucia Di Mauro
foto Paolo Monina

immagini lunari Cristian Fattinnanzi
gra­fica Enzo Berardi

foto di scena Officina FotoGrafica Rosa Cisternino
produzione Compagnia del Sole
si ringrazia Fiammetta Carena per la collaborazione


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